Del pesce non si butta via niente. La riduzione dei rifiuti della pesca passa anche attraverso il compostaggio di comunità.

Chimica Verde Bionete Federcanapa hanno lanciato ieri un concorso nazionale per le migliori tesi di laurea magistrale e di dottoratosu idee e soluzioni innovativeper favorire l’economia circolare nel tessile.

“Il tessile infatti, e in particolare il fast fashion – dichiara Sofia Mannelli, presidente di Chimica Verde – è tra i settori a maggiore impatto ambientale per il consumo di materie prime e di acqua e per le emissioni di gas serra, nonché una delle principali fonti di dispersione di microplastiche.” La Direttiva Quadro europea sui Rifiuti dal gennaio 2025 imporrà a tutte le aziende la raccolta separata, la selezione e il riciclo delle varie fibre e materiali presenti nei prodotti tessili. “Tuttavia il problema incombente in tutta Europa – dichiara Beppe Croce, presidente di Federcanapa – è come selezionare, riciclare, rigenerare, riusare questi materiali. Il riuso inoltre necessita di tracciabilità per evitare il green washing e a tal fine occorre la responsabilità estesa del produttore.”

Le proposte più interessanti al riguardo saranno premiate a novembre a Ecomondo, la grande fiera di Rimini sulla transizione ecologica. I vincitori del concorso riceveranno un premio in denaro oltre alla promozione delle loro proposte.

Il concorso, che sarà aperto tutta l’estate fino alla fine di agosto, è sostenuto da importanti aziende ed enti del settore: il Centrocot (Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento), Sistema Moda Italia, Linificio Canapificio Nazionale, Green Evolution di Prato, Tecnotessile e Orienta.

modalità di partecipazione visitare il sito  www.chimicaverde.it  o scrivete a 

info@chimicaverde.it    federcanapa@gmail.com 

La riduzione dei rifiuti della pesca passa anche attraverso il compostaggio di comunita.

Presentata a Santa margherita ligure la sperimentazione con cassette della pesca in Biopolimero (Biobased-Biodegradabile con installazione di impianto sperimentale per la riduzione dei rifiuti della pesca.

Green Evolution è parte del progetto EU “eco e fischent”

 

Aperte le iscrizioni al premio innovazione per tesi di laurea e dottorati su soluzioni innovative, riciclo tessile

Riciclare le fibre non deve diventare la scusa per produrre  materiali tessili a  basso valore aggiunto o per ulteriori monouso, ma deve diventare l’occasione per evolvere la tecnologia e i processi nei vari cicli tessili, come sta avendo per es. nel passaggio tra tecnica di  sfilacciatura e tecnica di defibrazione,  che è all’inizio del nuovo ciclo tessile, ma occorrono idee, fantasia e tanta competenza per completare l’adattamento a innovativi cicli di produzione ma soprattutto a nuove applicazioni di valore. le fibre non sono mai un rifiuto e il distretto tessile pratese né è stata la bandiera e l’artefice di una rivoluzione soprattutto nel campo del recupero e riuso delle fibre di lana. Ora la sfida è nel trovare applicazioni credibili per oltre l’80% delle fibre prodotte ogni anno nel modo che spesso sono mescolate come cotone e poliestere, lana e poliammide, ecc ecc

Il nostro Marco Benedetti vice presidente della ass. naz. CHIMICA VERDE BIONET ha lanciato per primo l’allarme:

Orgogliosi di essere tra i promotori del premio per dare una opportunità ai giovani e alle forze fresche di questa pur sempre affascinante Italia dei creativi e dei tecnici

Green Evolution è sponsor

La nostra azienda con Marco Benedetti responsabile R&D di Green Evolution partecipa all’evento

CIRCULAR SOLUTIONS FOR TEXTILE VALUE CHAINS: DESIGN, DISINTEGRATION, SORTING,DEFIBRATION, RECYCLING 

e che si terrà il prox 27 febbraio presso l’Università. BICOCCA di Milano, promossa e organizzata anche dal nostro Marco Benedetti vice presidente della associazione Chimica Verde Bionet. Obiettivo della conferenza è stimolare idee e soluzioni su le tecnologie, gli obbiettivi e applicazioni possibili per il Recupero, Riuso, Rigenerazione delle milioni di tonnellate di fibre tessili che sono rinchiuse negli armadi  delle nostre case, negli alberghi, aziende, negozi, centri commerciali, distributori internazionali, aeroporti e navi, inutilizzati e infine gettati non solo perchè rotti o fuori moda,  inadatti al quel clima o semplicemente perchè troppi mentre il loro recupero secondo gli analisti è fermo all’1% mentre ogni anno vengono immesse sul mercato mondiale oltre 130 miliardi di kg di nuove fibre. Una industria quella tessile necessaria ma che può fare meglio, molto meglio di quello che viene fatto ad oggi per recuperare questo prezioso materiale che è la fibra tessile (vegetale, animale ma anche sintetica). Lo spreco è un insulto alle nuove e future generazioni. Green Evolution è impegnata da molti anni nella promozione id un uso rispettoso delle materie prime anche quando sono indispensabili nelle applicazioni più tecniche e complesse dell’industria tessile.

LE FIBRE DI R-PET – PER LA SOSTENIBILITA OCEAN BOND

Le fibre di R-PET – poliestere riciclato – di Far Eastern (www.fenc.com) sono anche ottenute e certificate dal recupero di plastiche che per la loro collazione prima del recupero potrebbero finire nei mari del Pianeta. Ocean Bond PLASTICS è la certificazione che attesta che il PET che compone la fibra viene da questi siti. Green Evolution attraverso il distributore RMBFiber di Zurigo da oltre 30 anni con il brand BTTFibre promuove e gestisce le vendite in Italia di fibre del gruppo FAR EASTERN.

Le fibre di PET ottenute dal recupero e successiva selezione dei rifiuti plastici costituiscono l’Ocean Bound Plastic (OBP). Questi sono quei rifiuti plastici dispersi definiti “a rischio di finire nell’oceano”- come si legge dal sito www.obpcert.org: La stima – si legge – è  che l’OBP generi l’80% dei rifiuti marini di plastica ed include una piccola frazione di rifiuti di plastica riciclabili commercialmente e molti rifiuti di plastica non riciclabili a livello commerciale.

L’OBP è  definibile quindi un “rifiuto di plastica abbandonata” (microplastiche, mezze plastiche e macroplastiche), localizzato entro 50 km dalle coste marine dove la gestione dei rifiuti è inesistente o inefficiente. Quando invece già collocati in una discarica o in una discarica gestita, i rifiuti di plastica non sono considerati OBP. Tuttavia, quando abbandonati in una discarica non controllata o informale, questi rifiuti sono considerati OBP (www.obpcert.org)

La sede dell’organizzazione ZERO PLASTIC OCEANS che ha realizzato il progetto OBP è in Francia – 1 Bis rue de la Cailletiere 17740 Ste Marie de Re.

 

Green Evolution intende promuovere  in Italia questo tipo di fibre nel settore dei tessuti non tessuti e della filatura, consapevole dell’importanza di recuperare effettivamente  questi scarti a grande rischio ambientale e promuoverli con la certezza dell’origine per contribuire alla riduzione dell’impronta ambientale delle industrie tessili.

Per ulteriori informazioni su denaturatura  TDS e prezzi delle fibre R-PET della gamma OBP   rivolgersi a info@bttfibre.it Per approfondimenti tecnici:marco.benedetti@greenevo.it